1° Festival della Casoèula

E’ con piacere che vi rendiamo partecipi di un nostro successo

1° FESTIVAL “CASSOEULA D’ORA” – Città di Cantù – 2013

 1° CLASSIFICATO 

  

Il volantino parlava chiaro: hai mai provato l’autentica cassoeula della tradizione canturina?! Ebbene otto ristoratori di Cantù hanno accettato la sfida del Comune e si sono cimentati in gara per vincere la “Cassouela d’Ora”. Tutte le informazioni per poter partecipare erano contenute nel sito: www.comune.cantu.co.it .

I locali che hanno aderito sono stati: Trattoria La Scaletta, Ristorante Le Querce, Agriturismo L’Urtulan, Osteria del km zero, Agriturismo La Cascina di Mattia, Ristorante Il Garibaldi, Ristorante Magna e Täs e Ristorante Giardinet (tutti di Cantù).  

Il Ristorante Le Querce (servizio con la lettera C) è stato dichiarato vincitore con 54 punti dai 15 componenti della Giurìa Tecnica (Bizzozero Claudio, Cambaggio Pierangela, Cattaneo Franco, Lettieri Rocco, Mambretti Emanuele, Mauri Sergio, Monti Anna, Montorfano Giancarlo, Pevere Marco, Politi Francesco, Pozzoni Carlo, Sau Giovanna, Schieppati Alberto, Silva Antonio e Spinelli Ruggero) e con 47 punti dai 15 componenti della Giurìa popolare.

Al 2° posto, a pari merito, si sono classificati: Ristorante Giardinet (servizio con la lettera B) e Agriturismo L’Urtulan (servizio con la lettera G).    

Al terzo posto si è classificato il Ristorante Il Garibaldi (servizio con la lettera D).    

Una tradizione molto sentita a Cantù in occasione della festa detta di Sant’Antonio del purcel è quella di fare in casa la cassouela, con l’immancabile polenta di farina bramata. Sant’Antonio è il monaco più illustre della chiesa antica. Le iconografie popolari lo rappresentano sempre tra mille tentazioni del diavolo e in compagnia di numerosi animali domestici, ma non manca mai il porco. Il porco è l’animale che inaugura il capodanno culinario partendo appunto dal 17 Gennaio. Non vi è migliore auspicio per un anno che inizia. In ogni caso, a Gennaio, il porco è immagine di festa, segno di abbondanza e di certezza esistenziale, garanzia di consumo alimentare e di sopravvivenza, simbolo di eccesso rituale e materia di aggregazione sociale. Ovunque, dunque, il “caro amico porco”, è vittima immolata alla miseria, sacrificato con fuoco e aromi dell’arte del cuocere, secondo una liturgia che lascia ampi spazi a orge alimentari per stomaci gagliardi e vivaci attitudini ai conversari con piatti concreti e vini frizzanti di grande impegno provenienti dalle uve di barbera o di bonarda senza disdegnare i famosi lambruschi Grasparossa e Salamino.   

La Cassouela è piatto tipicamente brianzolo e del milanese. Diverse sono le versioni. Occorrono anzitutto costine di maiale ben grasse e in carne, piedini di maiale, cotenne e muso di maiale disossato. Molti hanno l’abitudine di aggiungere salsiccia e verzini. Tra gli altri ingredienti: cipolle, coste di sedano, carote, spicchi di aglio, concentrato di pomodoro, vino rosso corposo, sale, pepe ed un bel mazzetto di odori (salvia, rosmarino e alloro che devono essere legate assieme con uno spago di modo che non si disperdano cuocendo), due belle verze nostrane, meglio se hanno preso i primi freddi autunnali perché in questo caso le verze sono migliori. Tempi lunghi di cottura e fantasia degli chef fanno il resto.       

Il trofeo/premio de la “Casseouela d’Ora” è stato realizzato con il contributo del prof. Valerio Gaeti, per quanto riguarda il progetto; l’intaglio è stato possibile grazie ai fratelli Gabriele e Angelo Migliorini di Montesolaro; la tornitura è opera di Francesco e Ernesto Meloni; la doratura è stata effettuata da Luigi Seveso; la targa è stata eseguita da Frigerio Claudio. Il Trofeo è stato realizzato con diversi legni: basamento in rovere, il piatto è in noce, le lettere in legni diversi: palissandro rose, wengè e ciliegio.     

La premiazione è stata fatta presso il Ristorante Le Querce di Cantù alla presenza del sindaco Claudio Bizzozero e i titolari Catia Pizzi e Maurizio Luraschi, con gli chef: Francesco Terrenghi, Riccardo Bragato e Roberto Maricondi.           

(testo di Rocco Lettieri).

 (Gennaio 2013)